Purim Pubblicato il 22 Marzo, 2024
Se il mondo riesce a farci dimenticare la Divinità, da cui tutta l'esistenza deriva e dipende e vuole imporsi ai nostri occhi, come realtà separata e indipendente, D-O fa in modo che questa stessa realtà venga a ricordarci e a farci riconoscere Chi è il Padrone del mondo. Quando, allora, noi torniamo a rivolgerci a Lui, iniziamo a vedere come i Suoi miracoli trasformino la natura stessa, cosicchè: "Per gli Ebrei fu luce, gioia, allegria ed onore"!
La risposta a queste apparenti contraddizioni ci viene dallo svolgimento stesso della vicenda. A quei tempi la condizione degli Ebrei, materialmente, era assai privilegiata. Due suoi rappresentanti, infatti, occupavano posti di grandissima importanza. Estèr era addirittura la regina, moglie del re Achashveròsh, e ‘Mordechài sedeva alla porta del re’. Quando fu emanato il decreto di Hammàn, la loro stessa posizione avrebbe dovuto essere la chiave, che avrebbe risolto quel momento così difficile. Estèr, che era stata scelta per la sua bellezza, avrebbe dovuto usarla, per sedurre e convincere il re a revocare il decreto. Mordechài, che in passato aveva salvato la vita del re, avrebbe potuto sfruttare questo vantaggio, per cercare di influenzare positivamente la decisione del re. Questo sarebbe dovuto essere il comportamento naturale da adottare, per sconfiggere il pericolo incombente. Mordechài, invece, come prima azione, si vestì dei segni del lutto e chiamò tutto il Popolo a fare teshuvà, e solo in un secondo momento, mandò Estèr a chiedere indulgenza al re. Estèr, dal canto suo, invece di preparare le sue “armi” naturali, non ebbe paura di colpire la propria bellezza, imponendo a se stessa ed a tutto il Popolo un digiuno di tre giorni. Solo dopo di ciò, e nelle sue condizioni peggiori, essa si presentò al re, che da tempo non l’aveva fatta chiamare e che, secondo la legge, aveva il diritto di condannarla a morte, se essa non avesse trovato grazia ai suoi occhi.
Tutto questo comportamento esce completamente dalle regole della logica e della natura. Eppure proprio ciò produsse la salvezza. Mordechài ed Estèr sapevano che il vero decreto contro gli Ebrei veniva dall’Alto, come conseguenza del piacere, che gli Ebrei avevano provato all’invito del re al banchetto, piacere per il riguardo che veniva loro dimostrato da un re in carne ed ossa, al quale essi rivolgevano le loro speranze e le loro aspettative per il soddisfacimento dei loro bisogni, invece di rivolgersi ad HaShem, il Re dei re.
Quando l’Ebreo si sottomette alle regole della natura, alla sua gerarchia ed in ciò cerca riuscita, si allontana da HaShem e dall’essenza della propria Ebraicità, che lo eleva ad un livello superiore a quello dei limiti della natura, grazie al legame essenziale, che lo unisce al suo Creatore, che è Luce infinita ed illimitata. L’uscire dalle regole della natura, il riconoscere Colui dal quale tutto viene, il pentimento come ritorno a Lui, questo fu ciò che permise la salvezza dal decreto. E da quel momento la mano di HaShem, dal pieno dell’occultamento, cominciò a dirigere i “casi”, in modo che, un avvenimento dopo l’altro, miracoli vestitisi di una forma naturale, portarono al completo capovolgimento della situazione. Una rivelazione fortissima del Divino, all’interno del più grande nascondimento! Da qui la gioia immensa di questa festa, in cui si può già cominciare ad assaggiare la rivelazione della Gheulà finale e completa, in cui la Luce infinita si rivelerà dentro la natura finita ed il buio stesso comincerà ad illuminare.
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