Re nella sua essenza Pubblicato il 18 Novembre, 2024

Quando Davìd ordinò di proclamare davanti a Shlomò ‘Viva il re’, non fu data ancora a Shlomò la carica di re di fatto, ma piuttosto cominciò allora a rivelarsi in lui l’aspetto dell’essenza regale stessa.

“Viva il re Shlomò” (Re 1 1:34)
L’haftarà della parashà Chayè Sarà si sofferma lungamente sul racconto della ribellione di Adoniahu, figlio di Davìd, e del giuramento fatto da Davìd a Bat Sheva, che Shlomò avrebbe regnato dopo di lui: “Ed egli siederà sul mio trono al mio posto, e farò questo oggi stesso” (Re 1 1:30). E infatti, poco dopo Davìd comanda di ungere Shlomò come Re di Israele e di proclamare “Viva il Re Shlomò”, e Shlomò si sedette sul trono regale davanti agli occhi di Davìd, fino a che Adoniàhu ebbe timore del Re Shlomò e si rifugiò presso l’altare stringendosi ai suoi angoli, perché Shlomò non lo uccidesse. Da qui si intende che Shlomò fu incoronato re durante la vita di suo padre Davìd, e la cosa richiede un chiarimento. I nostri Saggi dicono che prima della morte di Davìd, D-O gli disse che egli avrebbe dovuto morire, poiché “è già arrivato (il tempo) del regno di tuo figlio Shlomò, e un regno non si sovrappone all’altro neanche per un pelo” (Shabàt 30, fine della pagina 1). Secondo questa regola, sembrerebbe che il regno non avrebbe potuto iniziare prima della morte di Davìd. E in generale, è detto: ‘non è possibile per due re usare una sola corona’.

Compito ed essenza
Qui viene ad esprimersi la particolarità unica del regno di Davìd, che non è simile ad un qualsiasi altro regno. A proposito dei re, in generale, il Rambam stabilisce che il regno viene trasmesso in eredità al figlio, a condizione che questi prenda il posto del padre nella saggezza e nel timore (di D-O). Riguardo ai re della casa di Davìd, invece, il Rambam stabilisce che una volta che Davìd fu unto re, egli acquisì il diritto alla corona reale, “e il regno appartiene a lui e ai suoi discendenti maschi per sempre”, tanto che D-O assicurò a Davìd che il regno non sarebbe mai stato portato via ai suoi discendenti per sempre. Nel regno di Davìd si trovano due aspetti: uno è il compito del re di guidare e governare il popolo. Questo compito è uguale a quello di un qualsiasi altro re, e non è in questo che si esprime l’unicità del regno di Davìd. Nel regno di Davìd vi è un ulteriore aspetto, che si trova nella persona del re di per sé, che è elevato per la sua stessa essenza. Questa essenza viene definita dal Rambam con l’appellativo di ‘corona reale’, ed essa fu data solo ed esclusivamente ai re della casa di Davìd.

Al di sopra del compito
Per questo, fra i re d’Israele non può esservi qualcuno che venga chiamato re, mentre suo padre è ancora il re, poiché per essi l’aspetto che conta è il compito stesso di regnare ed è rispetto a questo che è detto ‘non è possibile per due re usare una sola corona’. Riguardo ai re della casa di Davìd, invece, conta l’essenza stessa del re, che è al di sopra del compito di regnare in pratica, e questa può esprimersi anche durante la vita del re precedente.

La corona regale
Un re della casa di Davìd eredita la ‘corona regale’ già al momento della sua nascita, pur essendo ciò ancora in potenza, e può darsi che poi non venga nominato re di fatto. Fu questo ciò che fece il re Davìd, quando ordinò di incoronare suo figlio Shlomò mentre egli era ancora in vita: rendere attuale il potenziale della sua essenza regale. In questo modo, fu trasmessa a Shlomò la ‘corona regale’, ed essa passa da allora al ‘re della casa di Davìd’ che esiste in ogni generazione, fino a che, con il nostro giusto Moshiach, si rivelerà il regno di fatto, quando il regno di Davìd tornerà al suo antico splendore, nella Redenzione vera e completa.
(Da Likutèi Sichòt, vol. 30, pag. 97)

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