“Ricercate il Signore mentre Lo si può trovare, invocateLo mentre è vicino” (Yeshayahu 55:6) Pubblicato il 6 Ottobre, 2024
L’amore di D-O per il popolo d’Israele durante i 'Dieci Giorni di Teshuvà' è come quello descritto dal verso: “Poiché Israele non è che un ragazzo ed Io lo amo” (Hoshea 11: 1), come un padre ama il suo bambino piccolo di un amore essenziale, che non dipende dalla condotta del figlio, tanto che non cessa di amarlo anche quando il bambino si comporta male.
I Dieci Giorni di Teshuvà
Il Rambam afferma che, nonostante la teshuvà, il pentimento e ritorno a D-O, sia sempre efficace, essa lo è ancora di più durante i Dieci Giorni di Teshuvà, il periodo di pentimento che inizia a Rosh haShanà e si conclude a Yom Kippur. Vi è infatti un verso che dice: “Ricercate il Signore mentre Lo si può trovare, invocateLo mentre è vicino”, che la Ghemarà spiega riferirsi ai Dieci Giorni di Teshuvà, durante i quali D-O è “prontamente disponibile” per tutti gli Ebrei. Perché il Rambam riferisce l’espressione “prontamente disponibile” specificamente alla teshuvà? La disponibilità di D-O durante questi giorni dovrebbe avere un impatto altrettanto profondo su tutti gli aspetti del servizio Divino dell’Ebreo. Perché il Rambam lo collega proprio alla teshuvà?
D-O si rivela ad ogni Ebreo
Per capirlo, è necessario porci prima un’altra domanda. “InvocateLo mentre è vicino”, sembra ribadire il concetto espresso all’inizio del verso: “Ricercate il Signore mentre Lo si può trovare”. Perché una tale ripetizione? “Mentre Lo si può trovare”, espresso dal termine ebraico behimatzèo, è simile alla parola metzia, che si riferisce al ritrovamento inaspettato di un oggetto, cosa che non richiede uno sforzo. Usando questo termine, il verso ci dice che D-O Si rivela anche a chi non ha compiuto un lavoro spirituale ed è indegno di riceverLo – un individuo che necessita di teshuvà. Ecco quindi il legame particolare che connette il nostro verso ai Dieci Giorni di Teshuvà: quando una persona all’inizio dell’anno fa un sincero esame di coscienza riguardo al proprio stato spirituale dell’anno trascorso, realizzerà di essere ben lontano da dove dovrebbe essere. Ciò potrebbe causargli un senso di perdita di speranza, che lo porterebbe a dire a se stesso: “Conoscendomi veramente per quel che sono e sapendo qual’è il mio vero grado spirituale, come posso pensare di potermi avvicinare a D-O?” Perciò il verso assicura a questa persona che, durante questi giorni, egli può “ricercare il Signore mentre Lo si può trovare”, poiché D-O si rivela ad ogni Ebreo in forma di mezia, a prescindere cioè dal servizio compiuto o dal grado di preparazione.
L’amore essenziale di D-O
L’amore di D-O per il popolo d’Israele in questo periodo è come quello descritto dal verso: “Poiché Israele non è che un ragazzo ed Io lo amo” (Hoshea 11: 1), come un padre ama il suo bambino piccolo di un amore essenziale, che non dipende dalla condotta del figlio, tanto che non cessa di amarlo anche quando il bambino si comporta male. La persona potrebbe tuttavia pensare che, se anche D-O è disponibile in questo periodo in forma di mezia, non per questo essa è in grado di percepire la vicinanza di D-O. Per sentire la vicinanza di D-O, infatti, è necessario prepararsi attraverso un adeguato servizio. Così come nell’esempio del bambino piccolo che si comporta male, sarebbe comunque difficile dire che in una tale situazione il padre potrebbe rivelare il proprio amore, facendo sentire di fatto al figlio che egli lo attira vicino a sé. Per questo il verso conclude dicendo: “InvocateLo mentre è vicino.” In aggiunta al fatto che durante questi giorni D-O è prontamente disponibile ed aiuta tutti gli Ebrei a tornare a Lui, Egli è anche “vicino” ad ogni singolo Ebreo, a qualsiasi livello spirituale egli si trovi; durante questi giorni, ognuno può sentire l’amore e la vicinanza di D-O. L’Ebreo, a sua volta, dovrebbe rispondere in un modo simile. Invece di servire D-O come ha fatto in passato, senza fatica e sforzo, egli dovrà cominciare a ricercarLo attivamente; l’Ebreo comincerà a ricercare D-O manifestamente, non accontentandosi più di un desiderio di avvicinarsi a D-O che resti nascosto nel suo intimo, senza che esso trovi il modo di esprimersi rivelatamente.
(Likutèi Sichòt, vol. 34, pag. 200 – 204)