Saper riconoscere cos’è l’essenziale Pubblicato il 23 Gennaio, 2024
Quando noi ariamo e seminiamo la terra perché da essa ne spunti il grano, il processo ci sembra del tutto naturale. Noi pensiamo allora che, se vi è qualcuno da ringraziare, questo è l’uomo che ha seminato ed arato e la terra che ha prodotto il raccolto. Ma la manna che abbiamo ricevuto nel deserto, viene ad insegnarci il modo che D-O ha, in generale, di sostentarci anche qui ed oggi.
“Ecco, Io farò piovere per voi pane dal cielo” (Shemòt 15:4)
Nella parashà Beshallàch troviamo il racconto del cibo particolare con il quale D-O nutrì il popolo d’Israele nel deserto del Sinai: la manna. Questo cibo venne chiamato dalla Torà “pane dal cielo”, ed esso possedeva diverse caratteristiche, tutte sorprendenti e prodigiose. Essa non produceva alcuno scarto, l’uomo poteva trovarvi qualsiasi sapore volesse, ognuno, indipendentemente da quanta ne raccogliesse, finiva per ritrovarsene esattamente la quantità a lui destinata. La manna non fu solamente una soluzione atta a sfamare gli Ebrei nel deserto. Essa ha in sé un significato rilevante anche per le generazioni successive. D-O ordinò di mettere da parte un vaso contenente una determinata quantità di manna da conservare, ed uno degli usi che ne venne fatto, fu ai tempi del profeta Geremia: ‘Quando il profeta li rimproverava dicendo loro “Perché non vi occupate della Torà?” essi rispondevano “Lasceremo il nostro lavoro e ci occuperemo della Torà, ed allora donde trarremo il nostro sostentamento?” Allora egli mostrava loro il vaso contenente la manna e diceva: “…osservate, di questa si nutrirono i nostri padri. Molti mezzi ha il Signore per provvedere al cibo di coloro che Lo temono”’ (commento di Rashi al verso 32).
L’illusione prodotta dalla natura
A prima vista, non risulta per nulla chiara la risposta che il profeta Geremia diede agli Ebrei che chiedevano: “donde trarremo il nostro sostentamento?” Non è forse vero che fu solo quando si trovarono nel deserto del Sinai che gli Ebrei mangiarono la manna, mentre ora la manna non scende più dal cielo, e l’uomo deve arare e seminare per trarre il pane dalla terra?! Ma qui noi arriviamo all’importante significato che è celato nella manna: la manna rappresenta per noi non solo la misericordia che di D-O ci elargì allora, nel deserto del Sinai, ma il modo che D-O ha in generale di sostentarci, anche qui ed oggi. Quando noi ariamo e seminiamo la terra perché da essa ne spunti il grano, il processo ci sembra del tutto naturale. Noi non vediamo in ciò alcun miracolo, né alcuna forza soprannaturale all’opera. La sensazione quindi è che, se vi è qualcuno da ringraziare, questo è l’uomo che ha seminato ed arato e la terra che ha prodotto il raccolto. Anche il lavoratore che riceve lo stipendio tende a pensare che egli vive e trae il proprio sostentamento grazie al suo datore di lavoro.
Il ‘canale’ non è l’essenziale
La verità delle cose è che ci troviamo qui davanti ad una grande illusione. La terra che produce il raccolto e il datore di lavoro che dà lo stipendio non sono che ‘canali’ attraverso i quali D-O fornisce all’uomo l’abbondanza. La vera benedizione ed il reale sostentamento vengono da Lui, solo che Egli si serve di mezzi naturali, attraverso i quali farci arrivare il sostentamento. L’Ebreo, il cui pensiero si basa su concetti di verità, sa che non ha senso dare tutta l’importanza al ‘canale’, trascurando la fonte stessa dell’abbondanza. Ad un simile Ebreo, (nonostante egli lavori per sostentarsi, dato che anche il ‘canale’ è necessario), non verrà mai in mente di fare del lavoro la cosa più importante della sua vita, rendendolo così di ostacolo al suo studio della Torà, alla sua preghiera ed al suo adempimento dei precetti, poiché in questo modo egli perderebbe completamente di vista la fonte del suo sostentamento, la benedizione di D-O.
Gli espedienti non servono
Questo tipo di Ebreo sa anche che l’astuzia e gli espedienti negli affari non gli porteranno un maggiore guadagno, ma alla lunga gli recheranno anche danno. Egli ha fede e sa che D-O ha stanziato per lui la sua porzione di guadagno, e tutto quello che egli deve fare è creare un ‘recipiente’ adatto a riceverlo. Per arrivare a riconoscere ciò, noi abbiamo bisogno della fede, poiché D-O ci fa arrivare la Sua benedizione attraverso mezzi naturali, che nascondono il processo nella sua verità e nella sua interiorità. È questo l’importante significato della manna. La manna riflette per noi, in modo manifesto, la realtà: il fatto cioè che il sostentamento ci viene da D-O, e che ogni nostro espediente non porta a niente, poiché ognuno riceverà esattamente, né più né meno, la parte che è stata stanziata per lui. Così la manna rafforza la fede in D-O e la certezza che Egli fornirà ad ognuno ciò di cui ha bisogno, spiritualmente e materialmente.
(Tratto da Likutèi Sichòt, vol. 31, pag. 85)