Tre livelli nell’Ahavàt Israèl Pubblicato il 9 Maggio, 2024

Dal momento che l’Ebreo ama D-O, e questo amore è radicato nella sua stessa essenza, egli ama in modo naturale anche ogni Ebreo, poiché chi ama qualcuno, ama anche quelli che il suo amato ama.

“Ama il prossimo tuo come te stesso”
Nella parashà Kedoshìm appare il comando che è considerato ‘una grande regola della Torà’: “Ama il tuo prossimo come te stesso” (Vaikrà 19:18). Si tratta del precetto dell’Ahavàt Israel, che è la ‘chiave’ di tutta la Torà. Come va osservato questo precetto? Grandi Saggi della Chassidùt hanno descritto tre successivi livelli di profondità nell’Ahavàt Israel e nel valore di ogni Ebreo. Il Baal Shem Tov promosse soprattutto l’amore per la gente semplice. Egli disse che queste persone, che compiono i precetti con semplicità e integrità, hanno una qualità superiore persino a quella degli studiosi. In uno dei suoi insegnamenti riguardo a quanto è detto nella Ghemarà, che i tefillìn di D-O sono il popolo d’Israele, il Baal Shem Tov paragonò la gente semplice ai tefillìn del braccio (che simbolizzano l’azione), e gli studiosi ai tefillìn della testa (che simbolizzano la conoscenza e la comprensione). E l’ordine è, che i tefillìn del braccio vengono prima di quelli della testa, poiché coloro che agiscono nella pratica precedono gli studiosi della conoscenza.

Il malvagio come il giusto
Qui noi possiamo vedere come si debba trattare con Ahavàt Israel anche le persone semplici, che non hanno doti particolari di conoscenza e di comprensione. Si tratta però comunque di buoni Ebrei, onesti e tementi di D-O, anche se persone semplici. Il successore del Baal Shem Tov, il Maghìd di Mezritch, ampliò maggiormente il significato di questo precetto. Egli chiamò un giorno uno dei suoi principali allievi e gli disse: “Ascolta cosa dicono ora su nei cieli, che Ahavàt Israel è amare il malvagio completo come il giusto completo!” Questa è un’espressione eccezionale di Ahavàt Israel: amare non solo l’Ebreo semplice, ma anche il malvagio completo! E non solo: amarlo con la stessa forza con cui amiamo il giusto completo! Il Maghìd di Mezritch svela il punto più interiore dell’Ebreo, che quando viene raggiunto, rivela come anche il malvagio completo sia prezioso, proprio come lo è il giusto completo.

Proprio come te stesso
Anche questo amore, però, è purtuttavia ancora misurabile e limitato. Quando si dice che dobbiamo “amare come”, si intende che c’è differenza fra un Ebreo e l’altro e che, nonostante ciò, bisogna amarli tutti. L’Admòr HaZakèn (l’autore del Tanya) fece un’ulteriore aggiunta e scrisse nel suo libro (Tanya, cap. 32), che l’Ahavàt Israel deve essere un amore incommensurabile, senza limiti, come l’amore per i fratelli, un amore che è impresso e radicato nella nostra stessa essenza. Secondo l’Admòr HaZakèn, il comando “Ama il tuo prossimo come te stesso” va inteso secondo il suo significato letterale: proprio come te stesso! Come l’uomo non smette di amare se stesso, per il fatto di sapere di avere dei difetti, dato che “l’amore pone un velo su ogni fallo” (Proverbi 10:12), allo stesso identico modo egli deve amare ogni Ebreo, con un amore essenziale, al di sopra di ogni calcolo.

Una cosa sola
Come è possibile arrivare a provare un simile amore essenziale per ogni Ebreo? Ecco cosa spiega la Chassidùt: prima di tutto l’Ahavàt Israel è un’attitudine che deriva dall’amore per D-O. Dal momento che l’Ebreo ama D-O, e questo amore è radicato nella sua stessa essenza, in quanto è detto “voi siete figli per HaShem, vostro D-O” (Devarìm 14:1), egli ama in modo naturale anche ogni Ebreo, poiché chi ama qualcuno, ama anche quelli che il suo amato ama. Inoltre, andando più in profondità, all’origine della loro anima, tutti i Figli d’Israele sono una cosa sola (“una parte di D-O Stesso”) (Tanya, cap. 2), cosicché l’Ahavàt Israel non è in definitiva amore per l’altro, ma …amore per se stessi, per una parte di se stessi! Questa è l’origine dell’Ahavàt Israel!

(Da Likutèi Sichòt, vol.2, pag. 299)

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