Un’autentica elevazione Pubblicato il 14 Giugno, 2024
L'Ebreo che dedica tutto se stesso a D-O ed alla Sua Torà, ha una possibilità di elevazione senza limiti, dal momento che egli si unisce a D-O, Che è senza limiti.
Nasò
In generale, la parashà Nasò viene letta lo Shabàt che segue la festa di Shavuòt. Per questo, il nome della parashà esprime la qualità eccezionale che lo studio della Torà conferisce all’uomo: nasò, dal significato di innalzarsi, elevarsi. Dopo aver ricevuto la Torà, i Figli d’Israele raggiunsero il livello di ‘nasò’, dell’innalzamento e dell’elevazione. La Ghemarà racconta che Rav Yosèf era solito preparare un pasto festivo per la festa di Shavuòt e dire: “Se non fosse per questo giorno (che porta ad un’elevazione), quanti Yosèf ci sarebbero nella piazza del mercato?” Rashi spiega che, con questa espressione, Rav Yosèf voleva dire: “Se non fosse per questo giorno”, e cioè questo giorno che è associato al mio studio della Torà ed alla possibilità, quindi, di elevazione, che differenza vi sarebbe fra me e tutti quelli che si chiamano Yosèf, che stanno nella piazza del mercato?
Un’unione completa
Al loro giungere al Monte Sinai, il Santo, benedetto Egli sia, investì tutti i Figli d’Israele dell’attributo di “regno di sacerdoti e popolo santo”, innalzandoli così al grado più elevato. Una simile elevazione viene raggiunta tramite la Torà. Quando l’Ebreo studia la Torà, questa lo fa innalzare ed elevare al di sopra dei confini della realtà terrena. La qualità unica dello studio della Torà, che supera persino quella dell’adempimento dei precetti, è dovuta al fatto che, attraverso lo studio della Torà, si crea un’unione totale fra l’intelletto dell’uomo e la Saggezza Divina, che si veste della Torà. Quando l’intelletto dell’uomo comprende il pensiero della Torà, si crea una fusione completa dell’intelletto umano con la Saggezza Divina. Ciò porta l’uomo al livello più elevato.
La testa si eleva
Quest’elevazione, che viene raggiunta tramite la Torà, deriva dal legame essenziale che esiste fra l’Ebreo e il Santo, benedetto Egli sia. Quando l’Ebreo studia la Torà, non si tratta semplicemente dello studio e della comprensione intellettuale di un soggetto. È questa l’unione di due entità legate l’una all’altra: l’anima dell’Ebreo è “una parte di D-O Stesso Che sta in Alto”, e la Torà è il ponte di collegamento fra l’anima Divina e D-O. Per questo, lo studio della Torà produce nell’Ebreo una condizione di “Nasò et rosh”(Bemidbàr 4;22), che significa letteralmente “Eleva la testa”. La testa, la parte più alta e più importante fra gli organi dell’uomo, si innalza e si eleva tramite la Torà ad un livello che non ha uguali. In questo modo, l’Ebreo si eleva al di sopra dei limiti del mondo, al punto che le limitazioni del mondo non hanno potere su di lui.
La tribù di Levi
Questa è l’elevazione del Matàn Torà di per sé, dopodiché arriva la parashà Nasò ad evidenziare un ulteriore aspetto dell’elevazione che viene a compiersi con il Matàn Torà. All’elevazione di ogni Ebreo, come conseguenza del suo far parte di “un regno di sacerdoti e di un popolo santo”, segue un’ulteriore enfasi sull’’elevazione della testa’ degli appartenenti alla tribù di Levi. È noto però che, chiunque “Gli si dedichi con tutta l’anima, comprendendo di doversi distinguere (santificandosi) per stare di fronte a Lui per servirLo”, è al livello della tribù di Levi. Per questo, quando l’Ebreo non si accontenta della propria santità ed elevazione di base, in quanto parte di un “regno di sacerdoti”, ma dedica se stesso allo studio della Torà, egli merita un ulteriore ‘innalzamento della testa’ e l’unione completa con D-O. In quel caso, infatti, la Torà di D-O viene a penetrare il suo intelletto al punto tale che il suo intelletto diviene l’intelletto della Torà e della Saggezza Divina. In questo modo, l’uomo si eleva fino a raggiungere un’unione eccezionale col Divino e con la santità. Allora, egli sta al di sopra del mondo e dei suoi limiti!
(Toràt-Menachem, Itvaduiòt 5750, vol. 3 pag.272)
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