Yom Kippùr ha il potere di espiare Pubblicato il 9 Ottobre, 2024

Ogni Ebreo a Yom Kippùr sente un richiamo speciale, il risveglio di una parte di sé, che per lo più rimane nascosta e dimenticata. Di cosa si tratta, veramente?....    

kipur1[1]Vi è una divergenza di opinioni nella Ghemarà, su come avvenga l’espiazione dei peccati a Yom Kippùr. I Saggi dicono che Yom Kippùr espia solo i peccati di coloro che si pentono. Rebbe (Rabbi Yehùda HaNassì) sostiene che il giorno stesso di Yom Kippùr porta espiazione, sia che la persona si penta, sia che essa non si penta. La decisione finale è a favore dei Saggi. La disputa, però, non è sulla capacità che il giorno stesso di Yom Kippùr ha di espiare. Su questo non c’è dubbio. Rebbe dice che, come arriva Yom Kippùr, subito la Santità del giorno stesso assicura l’espiazione dei peccati dell’individuo, anche se egli non si pente (ciò non comprende però le trasgressioni allo stesso giorno di Yom Kippùr). I Saggi dicono che, per ottenere l’espiazione che Yom Kippùr porta con sé, bisogna prima pentirsi, e questo consente il raggiungimento di un livello di espiazione più alto di quello, che può procurare il giorno di Yom Kippùr di per sé.

     Quando un Ebreo si pente sinceramente, ha la possibilità di vedere cancellati i propri peccati. Com’è possibile però, che essi vengano cancellati “automaticamente” dal giorno di Yom Kippùr stesso? L’attaccamento dell’Ebreo a D-O può esistere a vari livelli. Uno di questi è dato dal semplice adempimento alla Sua Volontà, tramite l’osservanza delle mizvòt. Ve ne è, poi, uno più profondo, che trova espressione nella teshuvà (pentimento, ritorno). La trasgressione alle mizvòt di HaShem indebolisce il nostro legame con Lui; il pentimento ha il potere, non solo di annullare questo allontanamento, ma anche di permettere il raggiungimento di un grado ancora più elevato di attaccamento.

     Il livello più alto, però, della nostra relazione con HaShem deriva solo dal legame intrinseco ed essenziale, che esiste fra l’Essenza di HaShem e l’Essenza dell’anima, essendo essa stessa una parte vera e propria di HaShem. Questo legame non conosce limiti, non è esprimibile, non può essere né rafforzato, né indebolito, non è il frutto di un Servizio, né può essere scalfito da una mancanza del Servizio. E’ semplicemente un legame essenziale, un’unità unica. A questo livello, i peccati non hanno alcuna influenza.

    Nel giorno di Yom Kippùr, questa relazione essenziale con HaShem, si rivela in ogni Ebreo, ed è ciò, che dissipa “automaticamente” i peccati. La sensazione di questo risveglio viene sentita in generale da tutti e con grande emozione nel giorno di Yom Kippùr. Quando, però, il momento passa e si torna alla vita di tutti giorni, questo legame unico ed essenziale, non è più sentito, la parte più vera di noi viene dimenticata. C’è però una via, che consente di conservare e sviluppare la consapevolezza di questo legame. Esso è come  una luce troppo grande, che non è afferrabile, perché non ha un “recipiente” capace di riceverla e mantenerla. Nel giorno di Yom Kippùr, nei momenti più elevati, quando sentiamo con emozione il risveglio di questo legame, di questa identità della Sua Volontà con la nostra volontà, che scopriamo essere “una”, è possibile creare un “recipiente” capace di contenere questa Volontà, questa Luce. Per creare questo “recipiente” noi dobbiamo  far posto dentro di noi alla Sua Volontà,  prendendo su di noi una buona decisione, l’impegno a mantenere, ad ogni costo, una mizvà specifica, una buona azione, qualcosa di concreto e realistico, nulla di troppo generale e teorico. Che il merito di questo sforzo, ci permetta di affrettare la rivelazione della Gheulà completa e finale, subito!

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