L’educazione del bambino Ebreo Pubblicato il 9 Gennaio, 2025

L'uomo deve mantenersi forte davanti alla prova ed allora riuscirà a trasformare il buio stessso in luce, arrivando così alla qualità superiore che possiede la luce che viene dal buio e che porta alla Redenzione vera e completa.

“Yakov visse nella terra d’Egitto per 17 anni” (Bereshìt 47:28)
La parashà Vayechì inizia col verso “Yakov visse nella terra d’Egitto per 17 anni”. Nel suo commento, il ‘Baal HaTurim’ spiega che gli anni migliori di Yakov Avìnu furono i 17 anni che egli visse in Egitto. Quando il Zemach Zèdek (il terzo Rebbe di Chabad) era ancora un bambino e studiò questo commento, tornò a casa e chiese a suo nonno, l’Admòr HaZakèn (fondatore della Chassidùt Chabad e autore del Tanya) come fosse possibile che i migliori anni della vita di Yakov Avìnu, l’eccelso fra i Padri, fossero quelli che egli aveva trascorso in Egitto? Il Rebbe gli rispose che, prima della sua discesa in Egitto, Yakov aveva mandato Yehuda “per indicargli la via”, espressione che i nostri Saggi interpretano come: “per istituirgli una ‘Casa di Studio’, così che vi sia lì Torà”. Studiando la Torà, ci si avvicina a D-O e si può vivere una vita vera anche in Egitto, il paese più degradato.

La forza della Torà
Questa domanda e questa risposta possono essere spiegate in modo più profondo: tutto lo scopo del servizio dell’uomo in questo mondo è di elevarsi al di sopra delle limitazioni del mondo ed arrivare ad unirsi a D-O benedetto e Infinito. L’Egitto rappresenta esattamente il contrario: le ristrettezze e i limiti (in ebraico ‘Egitto’ – ‘Mizraim’ ha il significato di meizarìm – ristrettezze, limiti). E questa è appunto la domanda: come è possibile che proprio in Egitto Yakov sia arrivato al grado di maggiore completezza della sua vita? Ed è a ciò che è rivolta la risposta: legandosi alla Torà, l’uomo riceve la forza di arrivare ad una unione con D-O, persino in Egitto. Avendo infatti la Torà la sua origine in D-O Stesso, in essa si trova la forza dell’Infinito, senza limiti, e per questo essa supera tutti i limiti dell’Egitto, al punto di avere la forza di far sì che anche in Egitto (nei limiti, cioè, e nelle ristrettezze del mondo materiale, nella sua forma più bassa e inferiore) un Ebreo arrivi alla perfezione più grande.

La trasformazione del buio in luce
Con questo non sembra però che il Rebbe abbia dato una risposta completa alla domanda del nipote. La domanda era ‘come può essere che proprio in Egitto Yakov sia arrivato al grado di maggiore completezza della sua vita’, mentre la risposta fornita dal Rebbe spiegava come, tramite la Torà, fosse possibile vivere una vita completa anche in Egitto. La spiegazione la si trova nel concetto della trasformazione del buio in luce, poiché allora si arriva al ‘vantaggio della luce che viene dal buio’, la qualità particolare e superiore della luce che arriva proprio dalla trasformazione del buio in luce. Quando l’Ebreo resta attaccato a D-O mentre si trova in ‘egitto’, si può vedere allora la trasformazione del buio in luce, che permette di arrivare ad un grado più elevato di quello al quale si arriva con la luce stessa.

Una risposta per allusione
Questa risposta è stata data al bambino in forma di semplice allusione e non esplicitamente, poiché quando si tratta dell’inizio dell’educazione non è allora ancora il momento di pensare alla trasformazione del buio in luce. Il bambino deve sapere che il ‘buio’ è una cosa cattiva, dalla quale bisogna tenersi lontani. Solo dopo che è cresciuto e maturato, egli impara che, se e quando l’uomo viene già a trovarsi in un posto pericoloso e lì egli affronta e supera la prova che gli si è presentata, allora egli arriva al vantaggio della luce che viene dal buio. Questo però non è un qualcosa che riguarda il bambino, poiché è vietato all’uomo di entrare a priori in una situazione pericolosa. Questo è l’insegnamento che si cela nelle parole del Rebbe, e cioè che se, D-O non voglia, l’uomo è caduto nel peccato, finendo sotto il ‘dominio’ dell’‘egitto’, non si deve disperare. Egli deve mantenersi forte davanti alla prova ed allora riuscirà a trasformare l’‘egitto’ stesso in luce, arrivando così alla qualità superiore che possiede la luce che viene dal buio e che porta alla Redenzione vera e completa.

(Da Likutèi Sichòt, vol. 10, pag. 160)

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