Una fede che penetra nel sangue Pubblicato il 25 Aprile, 2024

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La circoncisione rappresenta la capacità della fede di penetrare e pervadere anche il corpo; il sacrificio di Pèsach, rappresenta la capacità della fede di pervadere anche l’ambiente che circonda l’uomo. Per merito di tutto ciò, i Figli d’Israele poterono essere redenti dall’Egitto, e questa è anche la via per arrivare alla Redenzione vera e completa, tramite il nostro giusto Moshaich.


“Lechem Oni” Pubblicato il 22 Aprile, 2024

“Pane povero”, uno degli insegnamenti che ricaviamo dal pane speciale , che noi mangiamo a Pesach: la matzà.


“E costruì per noi il Tempio” Pubblicato il 19 Aprile, 2024

Il legame interiore ed essenziale fra D-O e il popolo d’Israele è un legame basato su una scelta che và al di là di qualsiasi logica.


Oltre i limiti Pubblicato il 18 Aprile, 2024

L’ultimo Sabato prima di Pèsach, Shabàt HaGadòl, ricorda un miracolo, che insegna fino ad oggi il potere che ha l’Ebreo, quando è collegato al Moshè della generazione, di superare i limiti della natura e del mondo, al punto di veder trasformarsi gli ostacoli del mondo stesso in un aiuto manifesto per l’attuazione della volontà Divina nel mondo.


Mezzanotte Pubblicato il 17 Aprile, 2024

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Perché Moshè indicò l’ora nella quale si sarebbe verificata la piaga dei primogeniti, l’ultima piaga prima della liberazione dall’Egitto, cosa che non aveva fatto per nessun’altra delle altre piaghe? Perché, poi, gli Ebrei dovettero cercare protezione da quest’ultima piaga, segnando le loro porte, mentre non ebbero bisogno di prendere alcuna precauzione rispetto alle nove precedenti?


L’amore e il timore di D-O: le nostre “ali” Pubblicato il 17 Aprile, 2024

La volontà di D-O è che i precetti che noi compiamo siano “precetti viventi”, che essi arrivino cioè a permeare l’intera persona, coinvolgendo tutte le sue facoltà, fino ad arrivare alla parte più profonda della sua anima. Per osservare quindi convenientemente i precetti, sono necessari l’amore e il timore di D-O, poiché essi infondono vitalità all’osservanza dei precetti, innalzandoli come delle “ali”.


I quattro bicchieri Pubblicato il 16 Aprile, 2024

La Torà usa quattro diverse espressioni per descrivere la redenzione del popolo Ebraico dall’Egitto, e i quattro bicchieri di vino che si bevono ogni anno, nella sera del sèder di Pèsach, corrispondono proprio a queste quattro espressioni. Anche nell’ultimo giorno di Pesach, durante la ‘Seudàt Moshiach’, si bevono i quattro bicchieri.


Il Nome di Moshaich Pubblicato il 14 Aprile, 2024

Alla domanda posta dai nostri Saggi: “Qual’è il nome di Moshiach?” essi rispondono “La zaraàt (lebbra) della Casa di Rabbi.” Questa è una cosa molto difficile da comprendere. Come può essere che il nome di Moshiach, colui che darà inizio alla Redenzione e che è associato quindi all’apice della vita e della vitalità, sia collegato alla zaraàt, che richiama la morte e l’esilio?


Il mese innovativo Pubblicato il 9 Aprile, 2024

È una coincidenza il fatto che il termine Ebraico per mese, chòdesh, sia intimamente collegato alla parola “innovazione”, chidùsh? La prima mizvà citata nella Torà è la santificazione del nuovo mese, il mese di Nissàn, il mese della redenzione dall’Egitto. Vi è una profonda ed intima connessione fra la santificazione del mese, chòdesh, e l’innovazione, chidùsh, della Redenzione.


Nissàn, il mese dei miracoli Pubblicato il 8 Aprile, 2024

Il mese di Nissàn, che stiamo per accogliere, ci insegna che l’Ebreo può scegliere di rimanere nei limiti della natura, dimenticando la sua essenza Divina, oppure può scegliere di rivelarla, scoprendo così, che nulla può opporsi o ostacolare la sua libertà, come nulla può limitare D-O Stesso. D-O, la Torà e l’Ebreo sono una cosa sola. La vera natura dell’Ebreo è miracolosa di per sè, e Nissàn ci aiuta a rivelarla.