18 Kislev 5784 - Venerdi, 1 dicembre 2023
Come mai D-O, nel Giardino dell’Eden, pur sapendo perfettamente dove Adamo si trovasse dopo il peccato, lo cercò chiedendogli: “Dove sei?” In questa domanda vi è un messaggio profondo, qualcosa che D-O chiede in ogni momento ad ognuno di noi. Ogni Ebreo deve sapere che questa domanda ‘Dove sei?’ è rivolta a lui personalmente ed in ogni momento, al di là del livello alto o basso al quale egli possa trovarsi. È la domanda con cui dall’Alto ci viene chiesto se abbiamo realizzato lo scopo della creazione, la trasformazione di questo mondo basso e materiale in una dimora adatta ad ospitare e rivelare la Presenza Divina.
Per fare una dimora per D-O “nei mondi inferiori” sono necessari due aspetti, all’apparenza opposti. Innanzitutto, l’individuo deve annullarsi completamente, nella consapevolezza che egli è solo un emissario di D-O. D’altro canto, perché un individuo riesca a diffondere la luce dell’Ebraismo e ad influenzare gli altri, egli deve usare il proprio intelletto, l’opposto cioè dell’atto di annullarsi.
Questo giorno è l’inizio di una nuova luce, la luce della Chassidùt. Essa viene data a tutti, e sta a noi usarla come chiave per entrare nei ‘Giorni di Moshiach’.
Ogni Ebreo è importante, ogni Ebreo ha un compito. La forza e la sorgente di luce che c’è in noi, ci permette di essere gli emissari scelti ed amati da D-O, per preparare in questo mondo la Sua dimora.
Yud -Tet Kislèv, giorno in cui l’Admòr HaZakèn, primo Rebbe di Chabàd, fu liberato di prigione, in modo del tutto miracoloso, segna l’inizio del diffondersi vasto ed ufficiale della Chassidùt. Da qui comincia il processo che porta alla trasformazione del buio in luce.
Il giorno di Yud Tet (19) del mese di Kislev viene chiamato dai chassidìm: Chag haChaghim, festa delle feste, o anche Capodanno della Chassidùt. Per comprendere meglio il valore e l’importanza di questo giorno, conviene ricordarne il significato, attraverso il racconto della sua storia
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Il mondo e la forza che si oppone alla santità, hanno la capacità di occultare il Divino ed apparire come forze autonome, in grado di ostacolare il disegno Divino. Il compito dell’Ebreo non è quello di combattere queste forze, impersonificate, qui, da Essàv, ma di trasformarle al punto da rivelare la loro stessa intima realtà Divina.
Nella Gheulà si celebrerà il ‘matrimonio’, che vedrà l’unione completa di Israele e del Santo, benedetto Egli sia. La luna viene paragonata al popolo d’Israele ed essa riceve, oggi, la sua luce dal sole, che simboleggia D-O, Elargitore di ogni bene. Nella Gheulà, invece, la luce della luna sarà come quella del sole, ed essa stessa sarà in grado di ‘elargire’ poiché allora si rivelerà il livello dell’Essenza stessa, che è più elevato del sole e della luna, dove trova posto l’unione più vera e completa, il manifestarsi del Divino Stesso nel mondo.
Le “sorgenti”, e cioè la parte interiore, più profonda e nascosta della Torà, non devono rimanere nel luogo dal quale esse hanno origine, il luogo più elevato della santità. Le “sorgenti” devono uscire con forza e scorrere fino a raggiungere i luoghi più remoti e lontani. Questo è l’insegnamento del 19 di Kislèv.
“ Il tuo nome non si dirà più Yacov, bensì Israel”. Yacov e Israel, rappresentano due livelli generali del popolo d’Israele.
La parashà Vayshlàch narra di come Yacov si preparò, in vista dell’imminente incontro in cui avrebbe dovuto affrontare suo fratello Essàv, dopo aver saputo che questi marciava verso di lui con quattrocento uomini. Dietro ognuno dei suoi atti si nasconde un significato più interiore e profondo, che la Chassidùt ci rivela.
Venerdì 13 Kislèv 5704 Mio padre disse: “La Chassidùt cambia la realtà e rivela l’essenza. L’essenza dell’Ebreo non può venire calcolata e valutata, poiché essa è una parte dell’Essenza (di D-O), e chiunque afferra una parte dell’Essenza, è come se l’afferrasse tutta. Così come l’Essenza è illimitata, anche la parte è illimitata. Ciò è […]
Anche se dobbiamo occuparci delle cose del mondo, del sostentamento e di tutto il resto, non dobbiamo per questo investire in ciò tutte le nostre energie vitali. Bisogna lasciare la testa libera di studiare la Torà e di compiere i precetti.
Per i dottori non c’era più niente da fare. Tanto valeva che i genitori del povero bambino cercassero almeno di rendere migliori possibili i pochi mesi che gli restavano, magari con un viaggio. Fu deciso per New York, ma fu proprio lì che…..
Nel sonno e nel sogno di Yacov, sulla strada di Charàn, viene rivelato il compito del popolo Ebraico: unire spiritualità e materialità, trasformando il mondo in una dimora per D-O.