Il potere di una mizvà Pubblicato il 6 Aprile, 2015

Liron non cresceva, i compagni lo prendevano in giro e i medici non sapevano cosa fare. Tristezza e sconforto regnavano in famiglia, quando...

Racconta rav Herzel Borochov: “Durante la distribuzione di matzà shmurà, che viene fatta ogni anno, secondo le indicazioni del Rebbe, affinchè più Ebrei possibile possano compiere nel modo migliore la mizvà, che caratterizza la festa di Pèsach, mi capitò, nel mese di Nissàn del 5758, di entrare nell’autorimessa “Liron”, a Rechovot, appartenente al signor Zion Kedoshim. Dalla conversazione che si instaurò col proprietario e con la moglie, che era presente, ricevetti l’impressione che una grande pena turbasse la famiglia. Zion, con le lacrime che gli bagnavano gli occhi, decise di confidarmi la loro pena: “Abbiamo un figlio, di nome Liron, che, ha l’età di 15 anni. Già da tempo il suo sviluppo si è interrotto, e, oggi come oggi, Liron sembra un bambino di non più di otto anni. Siamo stati dai migliori medici, da rabbini di tutti i tipi, ma inutilmente. Nostro figlio è rimasto basso, come un bambino piccolo, introverso e silenzioso, in particolare con i suoi pochi amici.”

     I genitori, a quel punto, chiesero il mio aiuto. Volevano che io rivolgessi per loro una richiesta di benedizione al Rebbe, per una pronta guarigione del loro figlio, tramite l’Igròt Kodesh (una raccolta di lettere del Rebbe). Spiegai loro, che prima di rivolgersi al Rebbe, era bene che prendessero una buona decisione, qualcosa da aggiungere al loro servizio Divino. Zion decise, allora, di far controllare i tefillìn, e tutte le mezuzòt di casa. L’indomani, un venerdì, scrissi per loro una lettera al Rebbe, e la introdussi in uno dei volumi dell’Igròt Kodesh, il sedicesimo, che si aprì a pagina 266. La risposta aveva un linguaggio difficile e trattava di temi di Cabala, ma quello che risultava chiaro, era il riferimento alla mizvà della circoncisione, che va fatta nel modo migliore e più preciso. Feci fatica a capire, come ciò potesse riferirsi al caso di Liron. Come figlio di genitori, che rispettavano la tradizione, senza dubbio egli era stato circonciso.

     Dopo alcuni giorni, tornai all’autorimessa “Liron”. Zion e sua moglie mi accolsero con gioia e speranza. Non sapevo come cominciare. Mi feci coraggio, e spiegai loro, che la risposta si riferiva alla mizvà della circoncisione. La reazione fu strana. Vi fu un lungo silenzio, durante il quale, mi permisi di chiedere loro, chi fosse stato il moèl, che aveva praticato la circoncisione a Liron. Mi accorsi che entrambi erano sbalorditi ed imbarazzati. Alla fine, la moglie iniziò a spiegare, che chi aveva eseguito la circoncisione al loro figlio, era stato un dottore, e non unmoèl…!

      Dissi subito loro, che bisognava controllare se l’operato del dottore fosse stato in accordo alle regole dell’halachà (legge Ebraica). Telefonai a chi è considerato il maggiore esperto in circoncisioni per adulti, rav Yaròn Amìt. Il consiglio che ricevetti da lui, fu quello di invitare la famiglia per un controllo, nella sua clinica di Gerusalemme. Zion e sua moglie furono felici di ciò, ma non sapevano come l’avrebbe presa il figlio. Egli era già, di suo, un tipo che aveva paura di tutto, e passarono tre mesi, prima che fosse possibile convincerlo. Il risultato della visita, nella clinica, determinò che la circoncisione non era stata fatta secondo le regole dell’halachà. Porre rimedio alla cosa non fu cosa difficile, e la questione fu risolta immediatamente. Liron ed i suoi genitori erano soddisfatti e molto più tranquilli.

    Sono passati cinque anni da allora. Qualche mese fa, mi capitò nuovamente di entrare nell’autorimessa “Liron”. Trovai Zion ‘sprofondato’ nel  motore di una vettura, che stava riparando. Dopo esserci salutati, mi sfuggì  la domanda: “E allora?  Che novità di Liron?”  Zion rise. “Liron? Oggi,  grazie a  D-O, è più alto di lei e di me”. Rimasi sorpreso. Il padre continuò a raccontare con gioia: “Dalla circoncisione in poi, ha cominciato a fiorire ed a svilupparsi a ritmo accelerato, fino a diventare, grazie a D-O, un ragazzo alto e robusto. E tutto senza  farmaci né cure. I medici stessi sono rimasti senza parole e non sanno dare una spiegazione. Noi, invece, conosciamo la spiegazione, sappiamo cosa fa, una benedizione del Rebbe!”

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