Il compito dell’Ebreo verso le nazioni del mondo. Pubblicato il 5 Luglio, 2012

La Redenzione finale riguarda tutto il creato. Compito dell’Ebreo è preparare se stesso ed il mondo circostante a questo momento. L’influenza fondamentale che l’Ebreo ha il dovere di esercitare sulle nazioni del mondo, concerne il messaggio riguardante le ‘Sette Leggi dei figli di Noè’

 

Capitolo I

Il Rebbe, per preparare il mondo alla rivelazione di Moshiach nella Gheulà finale, ha diviso il suo lavoro in fasi diverse e successive, ognuna delle quali  rispecchia il livello di maturità raggiunto dal mondo in quel dato momento ed il suo bisogno e la sua disponibilità ad affrontare la fase successiva. Nella prima decade della sua nessiùt (1950-1960) il Rebbe focalizzò la sua attenzione sui suoi Chassidìm. Dopo di ciò iniziò la fase dell’uscita verso l’esterno. Negli anni ’60, quindi, gli emissari del Rebbe cominciarono ad essere inviati in ogni parte del mondo, con lo scopo di aprire ‘Beit Chabad’ ovunque vi fossero Ebrei, in modo da avvicinarli con amore all’Ebraismo. Negli anni ’70 iniziarono vere e proprie campagne di diffusione delle mizvòt, la prima delle quali fu quella dei tefillìn. Negli anni ’80, avvicinandosi ormai alla meta ed allo scopo di tutto questo processo, il Rebbe aprì l’ultima campagna, quella di Moshiach, che doveva conglobare in sè tutte le campagne precedenti. Ogni mizvà, per l’Ebreo, deve essere permeata dalla consapevolezza, che Moshiach è la meta finale.

Il Rebbe però non si ferma all’influenza che deve essere emanata su ogni Ebreo. L’opera del Rebbe ha lo scopo di influenzare il mondo intero, compreso i non Ebrei. La Gheulà, infatti, non è solo per il Popolo Ebraico, ma rappresenta la redenzione di tutto ciò che esiste. Non stupisce, quindi, il fatto che, nel 1985, il Rebbe abbia cominciato a parlare delle ‘7 mizvòt dei figli di Noè’. Il Rambam, nelle sue halachòt, scrive: “Moshè Rabenu comandò, per bocca di HaShem, di costringere tutti i popoli ad accettare le mizvòt, che furono comandate ai figli di Noè”. Il Rebbe spiega che non si intende qui  letteralmente di una costrizione forzata, bensì di una spiegazione appropriata di come queste 7 mizvòt costituiscano dei valori fondamentali, che permettono di unire tutte le nazioni nella fede nel Creatore del mondo. Il Rebbe chiese quindi di occuparsi attivamente di questa diffusione.

Molte proposte di opuscoli di propaganda gli vennero allora sottoposte, ma tutte furono rifiutate. Solo quando gli venne presentata una versione, che comportava il collegamento con l’argomento di Moshiach e l’illustrazione di come sarà il mondo con il suo avvento, il Rebbe diede la sua approvazione. Nella parte seconda, inizieremo ad enumerare ed a spiegare, con l’aiuto del Cielo, una ad una  le 7 mizvòt.

 

Capitolo II

La campagna lanciata dal Rebbe, volta a pubblicizzare le sette mizvòt dei figli di Noè presso le nazioni del mondo, segna una nuova fase dell’opera del Rebbe per preparare il mondo ad accogliere Moshiach. È un dovere dell’Ebreo, nella preparazione verso la Gheulà, quello di influenzare il mondo intero, poiché la Gheulà riguarda tutto il creato. È bene quindi che ciascuno di noi, per poter essere partecipe a quest’opera di sensibilizzazione, conosca queste sette mizvòt.

    Iniziamo quindi la loro esposizione.

1) La proibizione dell’idolatria – Fede nel D-O unico.  Ognuno deve riconoscere e credere nel Creatore del mondo Uno ed unico, che conosce gli atti ed i pensieri delle creature, provvede a loro e giudica ogni uomo secondo le sue azioni. Egli è l’unico  D-O al quale si deve prestare servizio e rivolgere le proprie preghiere. Il significato pratico di questa mizvà è la proibizione assoluta di inchinarsi o servire idoli di qualsiasi tipo, o di credere in un’altra divinità o in qualsiasi altra cosa, che non sia il Creatore del mondo.

2) La proibizione di bestemmiare – Rispetto della Divinità.  L’uomo deve portare rispetto al Creatore del mondo, che gli ha dato la vita ed il mondo in cui vivere. Il significato pratico di questa mizvà è la proibizione di maledire D-O o di riferirsi a Lui con una qualsiasi denominazione disonorevole.

 3) La proibizione di spargimento di sangue – Rispetto per l’uomo. L’uomo è stato creato ad immagine del suo Creatore, che gli ha dato la vita e a nessuno è permesso di toglierla, se non secondo la legge. Bisogna rispettare ed incentivare l’esistenza del genere umano, cui è stato comandato di abitare sulla terra e di mantenerla. Il significato pratico di questa mizvà è la proibizione assoluta di uccidere qualsiasi essere umano, compreso il feto nell’utero della madre.

4) La proibizione di rubare – Rispetto per la proprietà altrui.  D-O ha dato ad  ogni uomo il possesso del proprio denaro e dei propri beni, e nessuno ha il permesso di toglierglieli, se non secondo la legge. Il significato pratico di questa mizvà è la proibizione assoluta di furto e rapina, o di qualsiasi altro tipo di estorsione della proprietà altrui, con la forza o con l’astuzia, o con qualsiasi altro metodo illegale. È compresa anche la proibizione di trattenere lo stipendio, e la proibizione di rapimento sia di persona giovane che anziana. La sensibilità verso la proprietà altrui, ci ispira anche a compiere atti di bontà e di carità, e di aiuto al nostro prossimo per tutto ciò di cui ha bisogno.

 

Capitolo III

Completiamo qui l’esposizione delle sette mizvòt dei figli di Noè, che il Rebbe ci ha chiesto di pubblicizzare presso le nazioni del mondo, affinché anche i non Ebrei capiscano l’importanza di comportarsi secondo ciò che è comandato per essi da HaShem. Questa sensibilizzazione è un compito, che riguarda l’Ebreo e si inserisce nel quadro della preparazione del mondo alla rivelazione della Gheulà vera e completa, Redenzione che riguarda tutto il creato, e non solo il Popolo Ebraico. Nelle prime quattro mizvòt, abbiamo visto la proibizione dell’idolatria, della bestemmia, dell’omicidio e del furto. Passiamo ora alle mizvòt successive.

5) La proibizione dei rapporti sessuali illeciti – Rispetto dell’istituzione della famiglia.  La vita matrimoniale e le sue leggi sono la base per l’esistenza del genere umano, e dell’integrità della famiglia e della collettività. Ciò si esprime anche nell’attenzione ai valori della modestia e della discrezione delle questioni famigliari.  Il significato pratico di questa mizvà è la proibizione di rapporti sessuali illeciti, e cioè: rapporti fra parenti di primo grado, fra una donna sposata ed un estraneo, fra uomini o con animali.

6) La proibizione dello smembramento di un animale vivo – Rispetto per gli animali.  La Torà non proibisce di cibarsi di animali. Essa dà però dei limiti precisi all’uso che l’uomo può fare degli animali, per i propri bisogni.  Il significato pratico di questa mizvà è la proibizione di mangiare una parte staccata da un animale vivo. Questa mizvà ci costringe a non restare indifferenti davanti alla sofferenza di un animale, e rinforza anche il nostro dovere di essere attenti alla sofferenza degli altri uomini, di non ferirli e di aiutarli ad uscire dalle loro avversità.

7) La nomina di giudici – L’edificazione di un apparato giudiziario. Al fine di garantire il rispetto di queste leggi, è necessario erigere in ogni città (zona) tribunali e nominare giudici, che giudichino su queste mizvòt e che abbiano l’autorità di punire chi le contravvenga. Non deve essere  permessa una condizione in cui non vi sia un apparato giudiziario basato sul rispetto delle leggi delle”sette mizvòt dei figli di Noè”.

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