Una bella sorpresa! Pubblicato il 29 Marzo, 2012

Eiàl Kidar, uomo di sinistra e personaggio di spicco nella vita sociale e politica della città di Arad, non avrebbe mai pensato di avere a che fare un giorno con rabbini, né, tanto meno, con oggetti di culto come tefillìn ed altre cose simili'. Questo fino a che....  

Così racconta Rav Ben Zion Lipsker, il rav della città di Arad: “Ero seduto nel mio ufficio, presso la Rabanùt, quando all’improvviso ricevetti una telefonata del tutto imprevista. Sulla linea c’era il signor Eiàl Kidar, uomo di sinistra, insegnante del liceo e membro della municipalità di Arad, in quanto rappresentante del Movimento del Lavoro. Un personaggio di spicco, insomma, molto noto e capace di grande influenza sulla sua città. ” Kvod haRav“, egli iniziò, “ho urgentemente bisogno di acquistare un paio di tefillìn. Cosa devo fare?” La mia sorpresa fu talmente grande, davanti a questa richiesta così inaspettata, che il signor Kidar la avvertì, probabilmente dal mio tono, o, ancor meglio, dal mio silenzio. Egli decise allora di raccontarmi la sua storia.

     “Come anche lei sa, sono sposato ormai da molti anni, eppure, fino ad ora, io e mia moglie non siamo stati allietati dalla nascita di nessun figlio. Non è facile rassegnarsi a ciò, dato il nostro desiderio così grande di avere dei figli. Qualche giorno fa, abbiamo incontrato un nostro parente, che si è riavvicinato all’Ebraismo, e oggi è diventato un Chabadnik. Egli ci ha parlato della possibilità di scrivere al Rebbe, per ricevere risposte e benedizioni, tramite l’Igrot Kòdesh (una raccolta di lettere del Rebbe, in risposta a migliaia di richieste di consigli e benedizioni). Miri, mia moglie, che ormai era disposta a tutto, decise subito di provare. Il nostro parente ci offrì il suo aiuto, e, procuratosi immediatamente carta e penna, senza darmi tempo di riflettere sulla cosa, si mise a scrivere, descrivendo in dettaglio la nostra situazione e chiedendo per noi una benedizione. Mi disse poi di inserire la lettera nel volume dell’Igrot Kòdesh, cosa che feci, dopo di che, ci preparammo a leggere la “risposta”, che appariva nelle pagine in cui mi era capitato di introdurre la lettera.

    Non potrò mai dimenticare la sorpresa e la commozione, quando scoprimmo che la lettera del Rebbe era indirizzata ad una coppia, cui non erano nati  figli! Il Rebbe scriveva loro, in risposta alla richiesta di una benedizione per avere bambini, di far controllare le loro mezuzòt e i tefillìn. Fino ad oggi, non ho mai posseduto dei tefillìn. Siccome, però,  il Rebbe dice che questo è il modo per avere bambini, per forza, se voglio farli controllare,  li dovrò pure ben prima comprare!  Magari  possa io, poi, vedere realizzarsi la benedizione!” Così il signor Kidar concluse il suo racconto.

    Mi detti subito disponibile a procurargli i tefillìn. Gli spiegai però che, per dare più forza alla benedizione, era evidente che quei tefillìn avrebbe dovuto metterseli ogni mattina. Il signor Kidar accettò. Chiaramente, entro la settimana, glieli feci avere. Da allora, passarono undici mesi, ed io mi ero completamente dimenticato del fatto. Ecco che poi, in un’occasione festiva, mi capitò di incontrarlo. Egli mi abbracciò calorosamente, e mi raccontò come,  due mesi prima, fosse loro nata una bella bambina. Per lui non c’erano dubbi: era per merito della benedizione del Rebbe! A quell’incontro assistettero anche Rav Keminer, un chassìd Gur, membro della municipalità e rappresentante dell’Agudàt Israel e Rav Shmueli, rappresentante del Mafdal. Essi  chiesero al signor Kidar, con che nome avesse chiamato la bambina e non poterono credere alle loro orecchie, quando sentirono il loro “nemico” di sinistra, che così ben conoscevano, rispondere: “Maia ( מאיה), per significare che tre sono stati i ‘soci’ che hanno collaborato alla sua nascita: מ- Miri (la madre), א- Eiàl (il padre) e ה-י -il Santo, benedetto Egli sia!”

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