Unione all’inizio e unione alla fine Pubblicato il 20 Dicembre, 2023

La parashà Vaygàsh ci insegna che l’unione è la base di tutto. Essa è anche lo scopo del servizio Divino: portare all’unione tutta la creazione.

“Yehuda si avvicinò a lui” (Bereshìt 44, 18)
La parashà Vaygàsh (‘e si avvicinò’) esprime molto bene, nel suo nome, il contenuto ed il messaggio della parashà stessa. Essa narra molti avvenimenti, differenti l’uno dall’altro: la presa di posizione di Yehudà in difesa di Binyamìn, Yosef che si rivela ai suoi fratelli, la discesa di Yacov e dei suoi figli in Egitto, ecc; se vogliamo però approfondire il contenuto di questi eventi, e rivelarne il loro significato interiore, scopriamo che ciò che li unisce tutti è: “Vaygàsh”, il concetto di avvicinamento.

La riunione dei re
Il significato della parola “Vaygàsh” è incontro, avvicinamento fisico di una persona all’altra, fino ad arrivare ad un’unione. A proposito di questo “avvicinamento” di Yehudà a Yosef, i nostri Saggi citano il verso : “Poiché, ecco, i re si sono riuniti” (Salmi 48:5). Nel libro dello Zohar è detto che questo fu un avvicinamento di due mondi, che si unirono l’uno all’altro, per divenire un tutt’uno”. La cosa si riflette ancora più chiaramente nell’haftarà (come è noto, anche l’haftarà viene ad interpretare la parashà). L’haftarà parla del culmine dell’‘avvicinamento’ di Yehudà a Yosef, che si realizzerà nel futuro a venire, quando si avrà l’unione completa del regno di Yehudà e del regno di Yosef: “Prendi per te un pezzo di legno e scrivici sopra: a Yehudà… prendi poi un altro pezzo di legno e scrivici sopra: a Yosef… ed essi saranno un tutt’uno nella tua mano” (Yechezkel 37:15). L’haftarà prosegue poi, dicendo: “Farò di loro un’unica nazione… e tutti avranno un unico re” (Yechezkel 37:22).

Proprio in Egitto
È chiaro pertanto che il concetto e la funzione di “Vaygàsh” è portare unione là dove vi è divisione, e di questo si occupa tutta la parashà. La pronta e totale disponibilità al sacrificio di Yehudà, pur di salvare Binyamìn, espresse l’unione che si era creata fra le tribù, al posto della divisione che c’era stata fra di loro nel passato. In seguito, Yosef si rivelò ai fratelli, e con ciò fu possibile riunire nuovamente tutte e dodici le tribù, unione che ci dà la forza necessaria ad arrivare all’unione completa dei Giorni di Moshiach. Anche il seguito della parashà esprime unione: la discesa di Yacov in Egitto e l’insediamento dei Figli d’Israele in questo paese vennero a portare l’unità Divina proprio nel posto che era più lontano e separato dalla santità, là dove imperava l’idolatria. Yacov ed i suoi figli scesero proprio a quel livello così infimo, per portare anche lì l’unità Divina.

Unione fra gli Ebrei
La parashà Vaygàsh ci insegna che l’unione è la base di tutto. Essa è l’inizio del servizio Divino – come si vede dall’usanza conosciuta di dire, prima della preghiera: “Io prendo su di me il precetto positivo di ‘ama il tuo prossimo come te stesso’”; ed essa è anche lo scopo del servizio: portare all’unione tutta la creazione. In particolare in questi giorni, gli ultimi dell’esilio, bisogna dare la massima importanza all’unità: portare unione fra un Ebreo e l’altro, fra Issachàr (coloro che sono dediti allo studio della Torà) e Zevulùn (coloro che sono dediti all’attività lavorativa), fino all’unificazione di tutto il mondo sotto il regno di D-O.
(Dal Sefer haSichòt, vol. 2, pag. 212)

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