17 Kislev 5784 - Giovedi, 30 novembre 2023
Il giorno di Yud Tet (19) del mese di Kislev viene chiamato dai chassidìm: Chag haChaghim, festa delle feste, o anche Capodanno della Chassidùt. Per comprendere meglio il valore e l’importanza di questo giorno, conviene ricordarne il significato, attraverso il racconto della sua storia
.
Il mondo e la forza che si oppone alla santità, hanno la capacità di occultare il Divino ed apparire come forze autonome, in grado di ostacolare il disegno Divino. Il compito dell’Ebreo non è quello di combattere queste forze, impersonificate, qui, da Essàv, ma di trasformarle al punto da rivelare la loro stessa intima realtà Divina.
Nella Gheulà si celebrerà il ‘matrimonio’, che vedrà l’unione completa di Israele e del Santo, benedetto Egli sia. La luna viene paragonata al popolo d’Israele ed essa riceve, oggi, la sua luce dal sole, che simboleggia D-O, Elargitore di ogni bene. Nella Gheulà, invece, la luce della luna sarà come quella del sole, ed essa stessa sarà in grado di ‘elargire’ poiché allora si rivelerà il livello dell’Essenza stessa, che è più elevato del sole e della luna, dove trova posto l’unione più vera e completa, il manifestarsi del Divino Stesso nel mondo.
Le “sorgenti”, e cioè la parte interiore, più profonda e nascosta della Torà, non devono rimanere nel luogo dal quale esse hanno origine, il luogo più elevato della santità. Le “sorgenti” devono uscire con forza e scorrere fino a raggiungere i luoghi più remoti e lontani. Questo è l’insegnamento del 19 di Kislèv.
“ Il tuo nome non si dirà più Yacov, bensì Israel”. Yacov e Israel, rappresentano due livelli generali del popolo d’Israele.
La parashà Vayshlàch narra di come Yacov si preparò, in vista dell’imminente incontro in cui avrebbe dovuto affrontare suo fratello Essàv, dopo aver saputo che questi marciava verso di lui con quattrocento uomini. Dietro ognuno dei suoi atti si nasconde un significato più interiore e profondo, che la Chassidùt ci rivela.
Venerdì 13 Kislèv 5704 Mio padre disse: “La Chassidùt cambia la realtà e rivela l’essenza. L’essenza dell’Ebreo non può venire calcolata e valutata, poiché essa è una parte dell’Essenza (di D-O), e chiunque afferra una parte dell’Essenza, è come se l’afferrasse tutta. Così come l’Essenza è illimitata, anche la parte è illimitata. Ciò è […]
Anche se dobbiamo occuparci delle cose del mondo, del sostentamento e di tutto il resto, non dobbiamo per questo investire in ciò tutte le nostre energie vitali. Bisogna lasciare la testa libera di studiare la Torà e di compiere i precetti.
Per i dottori non c’era più niente da fare. Tanto valeva che i genitori del povero bambino cercassero almeno di rendere migliori possibili i pochi mesi che gli restavano, magari con un viaggio. Fu deciso per New York, ma fu proprio lì che…..
Nel sonno e nel sogno di Yacov, sulla strada di Charàn, viene rivelato il compito del popolo Ebraico: unire spiritualità e materialità, trasformando il mondo in una dimora per D-O.
Izchàk era“puro di occhi, incapace di vedere il male e aveva una totale impossibilità di tollerare qualsiasi cosa che avesse a che fare con l’idolatria. Egli arrivò a un punto tale, che Il male non aveva più assolutamente alcuna influenza su di lui.
La completezza del servizio Divino, cui l’Ebreo può arrivare, e che comporta aspetti diversi, e addirittura opposti fra loro, ci deriva come dono prezioso dal nostro patriarca Yacov, la cui anima include in sé le anime di tutto il popolo Ebraico.
L’Ebreo è l’inviato di D-O nel mondo, che ha il compito di trasformare tutto il mondo in una dimora per D-O, attraverso la Torà e le mizvòt. Per assolvere al suo compito, D-O fornisce l’Ebreo di forze senza limite, come senza limite sono le forze di D-O Stesso.
Noi siamo di fronte a un mondo nel quale il male prevale e che appare come minaccioso. Ma noi abbiamo la forza di non lasciarci impressionare dagli ostacoli del mondo e continuare ad occuparci di Torà e mizvòt, e preparare il mondo per la Redenzione completa.
Fra chi serve D-O, si possono trovare due tipi in generale: il ‘chassìd perfetto’ e chi ‘sottomette il suo istinto (del male)’. Il primo tipo è attratto solo dal bene e tutto il suo servizio consiste solo in un elevarsi continuo nel campo della santità. Al contrario, il secondo tipo è attratto anche dal male, e la sua grandezza consiste nel fatto che egli sottomette il proprio istinto.