24 Sivan 5785 - Venerdi, 20 giugno 2025
Il peccato delle spie derivò dal fatto che essi preferirono il collegamento spirituale nel deserto, all’adempimento della Torà e dei precetti in modo concreto, nella Terra d’Israele. Ma “l’essenziale è l’azione”.
In ogni generazione esiste ‘un’estensione di Moshè’, e cioè il ‘Giusto’ della generazione, che si preoccupa e prega per ogni membro del popolo d’Israele, si cura di ogni singolo Ebreo, prega e fa discendere dall’Alto ogni bene materiale e spirituale per tutti in generale e per ogni singolo in particolare.
La parashà Shelàch riporta il racconto delle spie e della loro trasgressione nei confronti della volontà di D-O, che ebbe come risultato la permanenza forzata degli Ebrei nel deserto per quarant’anni. Apparentemente, il loro errore fu solamente grave e negativo, eppure…
Dal Matàn Torà in poi, da Moshè, Yehoshùa ed ogni loro estensione, impariamo chi è la Guida della generazione e qual’è il suo compito, senza il quale il popolo d’Israele non potrebbe nè esistere, nè portare a compimento la sua missione, di preparare una dimora per D-O in questo mondo.
Nonostante il mondo sia un luogo di divisione, in cui l’unità non viene percepita, e nonostante sia proprio in questa divisione, che l’Ebreo deve agire con il suo servizio, purificando il mondo nei suoi particolari, con le mizvòt della Torà, proprio perchè la Torà è una, una col D-O Uno, l’Ebreo ha la possibilitaà di inserire l’unità nella molteplicità, e completare la sua missione.
La via del leader è quella di colui che non pensa alla propria perfezione, ma al popolo ed alle sue necessità. Tale fu Moshè Rabèinu, che si dedicò completamente e con sacrificio persino in favore dei malvagi del popolo d’Israele. Anche Yehoshùa, essendo destinato ad essere la guida della generazione dopo Moshè, dovette annullare la propria volontà e i propri desideri personali, per dedicarsi completamente all’adempimento della volontà Divina.
L’esercizio della nostra libera scelta ha una posizione centrale nel nostro servizio Divino. Noi abbiamo la possibilità di adempiere alla volontà Divina, o di ignorarla, D-O non permetta, e la nostra sfida è quella di ‘scegliere la vita’, vivendo la nostra vita secondo il Suo desiderio.
Luce e spirito sembrano opposti a buio e materia ed infinitamente più elevati di essi. Sarà quindi una grande sorpresa, scoprire che, proprio il mondo materiale è quello più vicino a D-O!
Se riuscissimo a percepire l’anima e la casa di ogni Ebreo, come un Santuario per D-O, ed è questa, di fatto, la loro vera realtà, vedremmo trasformarsi ogni nostro gesto, dal più semplice e normale, in un atto sacro, esattamente come il sacerdote compiva in santità il suo servizio nel Tempio.
La fede nella profezia è un principio fondamentale dell’Ebraismo, ed essa è ovviamente connessa al principio della verità e dell’eternità della Torà. Nonostante ciò, essa è un principio di fede a se stante, un principio fondamentale della nostra fede.
Nelle nostre generazioni non ci si può più accontentare dello studio della Torà rivelata, ma è richiesto ad ognuno di noi di elevarci ad un livello più alto di santità e di studiare anche la Chassidùt, gli aspetti più profondi della Torà. Anche questo fatto è alluso dal candelabro.
Il nostro servizio ha il potere di sprigionare la forza della santità che appartiene ad ogni creatura, fino a quella più bassa, fino al mondo inanimato. Questa santità, quando viene ‘accesa’, rivela in se stessa, la forza di influenzare tutto il resto, elevando il mondo intero alla santità, fino al completamento di ciò, nella Gheulà.
La lettura della parashà della manna fa discendere qui nel mondo la luce dello Shabàt, che ha il potere di scendere al livello più basso, e allo stesso tempo conservare le sue qualità essenziali.
Il compito dell’Ebreo è quello di essere come un candelabro illuminato, in modo tale che si veda in modo manifesto come il corpo non è che un recipiente per la luce dell’anima.
Diffondendo la luce della Torà nel cammino della sua vita, ogni individuo fornisce il proprio contributo alla realizzazione dello scopo di tutta l’esistenza: stabilire una dimora per D-O nel nostro mondo materiale.